di Massimo Primerano - presidente ANP Toscana
Siamo tempestati quotidianamente da mail di una nuova Associazione di categoria,la Dirpresidi, la quale tenta di accreditarsi nei confronti dei colleghi come l’unica entità capace di risolvere i problemi contrattuali dei Dirigenti scolastici e pertanto si agita nel tentativo di raccogliere consensi e tessere a danno ovviamente di altri soggetti ed in particolare dell’ANP.
La questione di Fondi regionali attinenti al Contratto dell’Area Va è stata l’occasione per accentuare il tentativo di destabilizzazione e pertanto si rende necessario fare chiarezza sulla questione.
Intanto occorre premettere che il protocollo d’intesa del 15 Marzo non ha assolutamente niente a che fare con il Contratto Nazionale dei Dirigenti dell’Area Va: difatti è stato siglato fra Sindacati e Miur e non fra Sindacati e l’Aran che,come è noto, è l’Agenzia deputata a condurre le trattative contrattuali in base all’Atto di Indirizzo emanato dal Governo.
Senza il protocollo d’intesa l’ANP non si sarebbe più seduta al tavolo delle trattative per il rinnovo contrattuale in quanto la materia in questione era materia extracontrattuale la cui mancata soluzione costituiva una pregiudiziale alle vere e proprie trattative per la parte giuridica ed economica del contratto.
Detto questo vediamo come stanno le cose nella realtà al di là di fantomatiche tabelle riguardanti il prezzo pagato dai dirigenti a causa dell’intesa che francamente non stanno né in cielo né in terra.
I c.d. Fondi Regionali sono stati istituiti dall’art.42 del CCNL 00/01 e raccolgono:
E’ in sede di Contrattazione Integrativa Regionale che si determina la retribuzione di Posizione e la retribuzione di risultato in base alle risorse del Fondo Regionale.
I primi fondi regionali furono calcolati sulla base dei dirigenti in servizio al 01/01/2001, che erano un po’ meno di 10.000.
Negli anni successivi al 2001 i fondi iniziarono ad incrementarsi progressivamente per effetto della diminuzione del personale dirigente in servizio ed il conseguente “travaso” delle RIA nei fondi stessi.
Difatti i Dirigenti in servizio dai circa 10.000 del 2001 sono scesi a 8.150 nel 2004. Sostanzialmente ogni collega che andava in pensione lasciava in “eredità” nella propria regione la propria RIA, rimpinguando il Fondo Regionale a tutto vantaggio di coloro che restavano in servizio: la torta si ingrossava ed il numero dei commensali diminuiva.
Di conseguenza i Contratti Integrativi Regionali (CIR) annualmente hanno fatto incrementare le Retribuzioni di Posizione e di Risultato dei Dirigenti in servizio.
A partire dal 2005, per effetto dell’assunzione in servizio dei vincitori dei concorsi riservato e ordinario, il numero dei dirigenti in servizio, e di conseguenza il numero dei “commensali” , è cominciato progressivamente ad aumentare. All’inizio l’aumento fu compensato dalle RIA dei pensionati, ma a partire dal 2007,una volta “fatto il pieno” dei dirigenti la fetta di torta si è andata assottigliando con la conseguenza che i fondi regionali non erano più sufficienti a mantenere lo “status quo” neppure con le RIA ereditate dai pensionati. Questo è il motivo per cui l’ultimo CIR è stato quello del 2006: se a livello regionale si fossero siglati altri contratti ognuno dei dirigenti in servizio avrebbe visto decurtato il proprio stipendio di una quota parte per consentire ai nuovi entrati di avere la stessa Retribuzione di Posizione e di Risultato dei “vecchi Dirigenti”.
Per il 2007 ed il 2008 gli USR non sono intervenuti con richieste di adeguamento dei CIR in base alla disponibilità dei Fondi regionali. A partire dal 2009 alcuni USR sono intervenuti con atto unilaterale decurtando le retribuzioni di posizione e di risultato e le reggenze per recuperare le somme in eccesso rispetto alle risorse del Fondo regionale. In Toscana in particolare la decurtazione è stata del 7% circa per i contratti rinnovati dal 1 Settembre 2009 e per le reggenze.
La situazione poteva essere risolta solo a livello nazionale visto che il problema era di tutte le regioni.
L’ARAN nella prima fase delle trattative per il rinnovo del CCNL ha cercato di far riassorbire l’incapienza dei fondi regionali attraverso le magre risorse previste per il rinnovo contrattuale. La posizione dell’ANP è stata netta fin dall’inizio nel sostenere che la questione dell’incapienza non era contrattuale ma extracontrattuale per cui andava risolta al di fuori della trattativa per il CCNL. Il calcolo dei fondi regionali doveva essere fatto sul numero delle scuole e non sul numero dei dirigenti in servizio per cui il problema doveva essere con un intervento esterno ricorrendo alla fiscalità generale.
Per questo motivo l’accordo del 15 Marzo è stato raggiunto con il MIUR e non con l’ARAN che si occupa di CCNL.
L’accordo prevede nella sostanza che i Fondi regionali saranno “foraggiati” di risorse fresche per la restituzione ai dirigenti scolastici di quanto sottratto per effetto della sopraggiunta incapienza dei fondi stessi.
La RIA dei dirigenti che sono andati in pensione negli ultimi tre anni è stata riassorbita dall’ipotesi d’accordo, ovvero contribuisce insieme alle nuove risorse a ripianare il “buco” dei Fondi Regionali.
D’altronde è altrettanto vero che il CCNL tuttora in vigore non consente soluzioni diverse in quanto non prevede che il calcolo dei fondi sia fatto in base all’organico di diritto , per cui l’accordo raggiunto può considerarsi comunque un buon accordo. La controparte poteva benissimo rifiutare l’accordo in quanto oneroso e comunque non previsto dal CCNL vigente.
Per inciso un particolare non trascurabile dell’accordo prevede che da ora in poi il Fondo regionale sarà attribuito in base all’Organico di Diritto ovvero in base al numero delle scuole in modo da evitare che si ripetano situazioni come quella che stiamo vivendo attualmente.
E’ abbastanza discutibile il fatto che chi a suo tempo contribuì di persona a siglare il 1^ CCNL, adesso contesti l’ipotesi di intesa del 15 Marzo che rimedia almeno in parte all’inadeguatezza del CCNL da lui stesso siglato.
Volendo quantificare in modo approssimativo l’incremento del Fondo Regionale della Toscana occorre considerare che negli ultimi 3 anni sono andati in pensione mediamente 30 colleghi per ciascun anno scolastico. Supponendo,nella migliore delle ipotesi, che tutti i colleghi appartenessero alla “vecchia guardia” degli ex presidi e quindi tutti abbiano lasciato in eredità la propria RIA e quantificando mediamente la RIA in €.10.000,00 (ad esempio la RIA del sottoscritto con 25 anni di servizio da Preside e da DS è di €.9.950), l’importo complessivo in 3 anni ammonta ad €.700.000,00 che suddiviso su 550 dirigenti corrisponde a circa €.1.270 lordi annui pro capite ovvero al netto meno di €.700,00 annui ovviamente spalmati su 3 anni. Francamente non so se valeva la pena rischiare di restituire dei soldi di fronte alla scommessa di un aumento di meno di €.20,00 al mese. Il calcolo fatto è approssimativo ma probabilmente quantificato in eccesso in quanto una parte dei colleghi che sono andati in pensione sono vincitori degli ultimi concorsi riservati ed ordinario per cui senza la RIA ,che per semplicità è stata calcolata come se tutti l’avessero, è inferiore a quella stimata.
D’altronde è estremamente facile contestare la veridicità delle tabelle del Lazio che prevedono, solo come danno derivante dal protocollo di intesa, circa €.200,00 a partire dal 1^ Gennaio 2009. E’ sufficiente riprendere in mano i Contratti Integrativi fino al 2006 per verificare che neppure quando i Dirigenti annualmente diminuivano e quindi la torta diventava più grande, con conseguenti fette più grosse per i “sopravvissuti”, abbiamo realizzato quelle cifre:figuriamoci nella situazione inversa di aumento dei “commensali”.
Pertanto, pur riconoscendo che l’accordo per “fare pari” utilizza anche le nostre risorse (leggesi RIA), ritengo che in questo momento è il miglior accordo raggiungibile in quanto fa uscire dallo stallo e consente di ripartire con la trattativa vera per il CCNL.
Tutto il resto sono chiacchiere da salotto fatte solo per raccattare qualche tessera convincendo lo sprovveduto di turno.
Chiarita questa importante fase extracontrattuale adesso l’impegno dell’ANP è quello di fare il contratto dopo 4 anni e 3 mesi. Ma quale contratto: un contratto qualsiasi o il contratto? Leggo su alcuni siti sindacali che ora la strada è spianata per arrivare velocemente alla sigla del CCNL per il quadriennio normativo 2006/2009 e per il biennio economico 2006/2007: successivamente toccherà al biennio 2008/2009.
Chi spara ottimismo dovrebbe anche spiegare sulla base di quali notizie o considerazioni.
Per l’ANP due sono le priorità:
a) Perequazione interna ovvero riportare gli stipendi dei vincitori degli ultimi concorsi al livello di quello degli ex presidi
b) Perequazione esterna per avere una retribuzione di posizione equivalente a quella delle altre Dirigenze statali.
Abbiamo condotto fin dall’inizio la nostra battaglia su queste due priorità e non siamo disponibili a rinunciarci. Speriamo che anche gli altri ci seguano nella battaglia.
Firenze, 28 marzo 2010