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Varato il DDL sulla scuola. Ha prevalso il buon senso

Di Vittorio Barsotti

Il parlamento ha varato il DDL sulla scuola: ha prevalso il buon senso per dare al Paese un servizio scolastico degno di questo nome e, soprattutto, il linea con gli altri paesi Europei.

La drammatizzazione di questo provvedimento cela, di fatto, le solite insicurezze e paure del cambiamento che, invece, da tempo anche gli stessi insegnanti richiedevano.
Una scuola basata sul merito dove il processo democratico e la partecipazione sono fattori di miglioramento per rivalutare la funzione docente. Obbligo di aggiornamento, bonus per chi si applica di più, card per riconoscere l’impegno culturale e la tensione verso un’elevazione della qualità scolastica ecc., sono fatti e non mere affermazioni ideologiche che finiscono per garantire posizioni conservatrici che si sono tradotte in un ingessamento, da oltre un ventennio, della scuola italiana.

I dirigenti debbono anch’essi partecipare al cambiamento assumendo, in modo trasparente e fino in fondo, ma nel rispetto dei vincoli che il DDL indica, tutte le responsabilità che competono loro con equilibrio, anteponendo sempre l’interesse degli alunni a qualsiasi altra dannosa resistenza.
Ci si convinca che se il Sistema dell’Istruzione nazionale farà assumere al personale ad ogni livello di servizio ( dal collaboratore scolastico al dirigente) un maggior grado di responsabilità, allora la valutazione, ed in particolare l’autovalutazione,potranno davvero essere strumenti di qualificazione irrinunciabili ed a cui nessuno si dovrebbe sottrarre per una piena realizzazione dell’autonomia scolastica.

Forse allora la società, il territorio ed il mondo del lavoro potranno ancora riconoscersi gradualmente in una “buona” Scuola del loro Paese.

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