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Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
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Viale Trastevere, 76/A - 00153 Roma
ai Direttori Generali degli
Uffici Scolastici Regionali
ai dirigenti dell’Ufficio I
degli USR per il Lazio, la Liguria,
la Lombardia, la Sicilia
ai dirigenti titolari degli Uffici scolastici Regionali
per l’Umbria, la Basilicata e il Molise
e, p.c., al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
all’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
all’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta
e, per loro tramite, ai Dirigenti Scolastici
e ai Coordinatori Didattici
delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione
al Forum delle Associazioni degli Studenti
alle Consulte provinciali degli Studenti
al Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola
all’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica
alle OO.SS.
Oggetto: emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni operative per le attività
didattiche a distanza.
Carissimi,
l’emergenza sanitaria che l’Italia sta attraversando ha reso necessari, nell’arco di pochi giorni,
provvedimenti che richiedono al Dirigente scolastico, nell’ambito del più ampio esercizio delle sue
prerogative, di “attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità
di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”.
Non si tratta, voglio sottolinearlo, di un adempimento formale, perché nulla di meramente formale può
essere richiesto in un frangente come questo. Occorre ritornare, al di fuori della logica dell’adempimento e
della quantificazione, alle coordinate essenziali dell’azione del sistema scolastico.
m_pi.AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE.U.0000388.17-03-2020
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La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati. Da un lato, sollecita
l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di
ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e
del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di
appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. Le interazioni tra docenti e studenti
possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si
ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista.
Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento. La declinazione in modalità
telematica degli aspetti che caratterizzano il profilo professionale docente, fa sì che si possa continuare a
dare corpo e vita al principio costituzionale del diritto all’istruzione. Ma è anche essenziale fare in modo
che ogni studente sia coinvolto in attività significative dal punto di vista dell’apprendimento, cogliendo
l’occasione del tempo a disposizione e delle diverse opportunità (lettura di libri, visione di film, ascolto di
musica, visione di documentari scientifici...) soprattutto se guidati dagli insegnanti. La didattica a distanza
può essere anche l’occasione per interventi sulle criticità più diffuse.
Nella gestione dell’emergenza sono state sollecitate le migliori energie operative, pubbliche e private; è
stata realizzata in pochissimi giorni – grazie all’azione della task force creata dall’amministrazione –
un’apposita area sul sito internet del Ministero, attraverso la quale le istituzioni scolastiche hanno potuto
trovare le prime risposte alle domande più comuni sulle procedure organizzative e hanno potuto accedere
a una sezione realizzata appositamente per consentire, nelle più diverse forme, di attivare didattica a
distanza. Si è così cercato di venire incontro alle esigenze delle istituzioni scolastiche meno dotate a livello
tecnologico con quelle delle realtà più avanzate sul fronte dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione nella didattica, istituzioni che hanno prontamente messo a disposizione le proprie
competenze e professionalità.
Già dai primi momenti dell’emergenza sanitaria si è verificata una gara di solidarietà tra le scuole del Paese,
tra docenti, personale ATA, direttori dei servizi generali e amministrativi, dirigenti scolastici e tra gli stessi
alunni. Anche il mondo professionale, delle imprese, dell’associazionismo non ha mancato di mettere a
disposizione servizi e risorse a vantaggio delle scuole e dei docenti. La Scuola ha il compito di rispondere
in maniera solida, solidale e coesa, dimostrando senso di responsabilità, di appartenenza e di disponibilità,
ma soprattutto la capacità di riorganizzarsi di fronte a una situazione imprevista, senza precedenti nella
storia repubblicana, confermando la propria missione. Perché la lontananza fisica, quando addirittura non
l’isolamento, non possono né devono significare abbandono.
Un sincero grazie va a tutti coloro che hanno voluto e saputo governare l’emergenza ed esserci.
Questa nota intende limitarsi a fornire un quadro di riferimento a quanto finora fatto e ricondurlo in un
contesto di sostenibilità operativa, giuridica e amministrativa e cerca di fare tesoro di ciò che le istituzioni
scolastiche, attraverso la loro attività e lo scambio continuo delle migliori pratiche, stanno facendo. Non
altro. Il principio che guida e sostiene l’attività delle autonomie scolastiche resta comunque, per quanto a
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ciascuna di esse sia possibile, di dare validità sostanziale, non meramente formale, all’anno scolastico.
Perché in questo essenziale elemento consiste il “fare scuola”: insegnare e apprendere, insieme. A distanza
o sotto un tendone, come capitato in altre tragedie che hanno colpito l’Italia, e alle quali insegnanti e
alunni hanno saputo, lo ripeto, insieme, reagire.
Cosa si intende per attività didattica a distanza
Le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, per essere tali, prevedono la costruzione
ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra docenti e alunni. Qualsiasi sia il mezzo
attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi. Nella consapevolezza che nulla può
sostituire appieno ciò che avviene, in presenza, in una classe, si tratta pur sempre di dare vita a un
“ambiente di apprendimento”, per quanto inconsueto nella percezione e nell’esperienza comuni, da
creare, alimentare, abitare, rimodulare di volta in volta.
Il collegamento diretto o indiretto, immediato o differito, attraverso videoconferenze, videolezioni, chat di
gruppo; la trasmissione ragionata di materiali didattici, attraverso il caricamento degli stessi su piattaforme
digitali e l’impiego dei registri di classe in tutte le loro funzioni di comunicazione e di supporto alla
didattica, con successiva rielaborazione e discussione operata direttamente o indirettamente con il
docente, l’interazione su sistemi e app interattive educative propriamente digitali: tutto ciò è didattica a
distanza.
Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione
relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o
restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano
sollecitare l’apprendimento.
La didattica a distanza prevede infatti uno o più momenti di relazione tra docente e discenti, attraverso i
quali l’insegnante possa restituire agli alunni il senso di quanto da essi operato in autonomia, utile anche
per accertare, in un processo di costante verifica e miglioramento, l’efficacia degli strumenti adottati,
anche nel confronto con le modalità di fruizione degli strumenti e dei contenuti digitali – quindi di
apprendimento – degli studenti, che già in queste settimane ha offerto soluzioni, aiuto, materiali. E’
ovviamente da privilegiare, per quanto possibile, la modalità in “classe virtuale”.
La questione privacy
Occorre subito precisare che le istituzioni scolastiche non devono richiedere il consenso per effettuare il
trattamento dei dati personali (già rilasciato al momento dell’iscrizione) connessi allo svolgimento del loro
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compito istituzionale, quale la didattica, sia pure in modalità “virtuale” e non nell’ambiente fisico della
classe, è.
Le istituzioni scolastiche sono invece tenute, qualora non lo abbiano già fatto, ad informare gli interessati
del trattamento secondo quanto previsto dagli artt. 13 e 14 del Regolamento UE 2016/679 e:
.. a garantire che i dati personali siano trattati in modo lecito, corretto e trasparente, che siano
raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime, che siano trattati in modo non incompatibile
con tali finalità, evitando qualsiasi forma di profilazione, nonché di diffusione e comunicazione dei
dati personali raccolti a tal fine, che essi siano adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario
rispetto alle finalità per cui sono trattati, e trattati in maniera da garantire un'adeguata sicurezza dei
dati personali, compresa la protezione, mediante misure tecniche e organizzative adeguate, da
trattamenti non autorizzati o illeciti e dalla perdita, dalla distruzione o dal danno accidentali;
.. a stipulare contratti o atti di individuazione del responsabile del trattamento ai sensi dell’articolo
28 del Regolamento, che per conto delle stesse tratta i dati personali necessari per l’attivazione
della modalità didattica a distanza;
.. a sottoporre i trattamenti dei dati personali coinvolti a valutazione di impatto ai sensi dell’articolo
35 del regolamento.
Progettazione delle attività
Affinché le attività finora svolte non diventino – nella diversità che caratterizza l’autonomia scolastica e la
libertà di insegnamento – esperienze scollegate le une dalle altre, appare opportuno suggerire di
riesaminare le progettazioni definite nel corso delle sedute dei consigli di classe e dei dipartimenti di inizio
d’anno, al fine di rimodulare gli obiettivi formativi sulla base delle nuove attuali esigenze.
Attraverso tale rimodulazione, ogni docente riprogetta in modalità a distanza le attività didattiche,
evidenzia i materiali di studio e la tipologia di gestione delle interazioni con gli alunni e deposita tale nuova
progettazione relativa al periodo di sospensione, agli atti dell’istituzione scolastica, tramite invio telematico
al Dirigente scolastico, il quale svolge, un ruolo di monitoraggio e di verifica, ma soprattutto, assieme ai
suoi collaboratori, di coordinamento delle risorse, innanzitutto professionali, dell’Istituzione scolastica.
Sempre il Dirigente Scolastico, anche attraverso i coordinatori di classe o altre figure di raccordo, è
chiamato a promuovere la costante interazione tra i docenti, essenziale per assicurare organicità al lavoro
che ciascun docente svolge nei contesti di didattica a distanza e per far sì che i colleghi meno esperti
possano sentirsi ed essere supportati e stimolati a procedere in autonomia. E’ strategico coinvolgere nelle
attività di coordinamento anche le figure dell’Animatore Digitale e del Team digitale, per il supporto alle
modalità innovative che si vanno a realizzare nell’ambito della didattica a distanza. Lo stesso strumento
telematico che in queste prime settimane di emergenza è stato utilizzato per tenere il filo, il contatto,
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l’interazione a distanza con gli studenti può rappresentare un indispensabile strumento per favorire il
contatto, la relazione e la co–progettazione in itinere tra i docenti di uno stesso team o consiglio di classe.
Non solo: occorre evitare sovrapposizioni e curare che il numero dei compiti assegnati sia concordato tra i
docenti, in modo da scongiurare un eccessivo carico cognitivo. Per questo motivo il ruolo del registro
elettronico è prezioso. E occorre sottolineare che si tratta comunque, è opportuno ricordarlo, di uno
strumento, utile anche e soprattutto in questi frangenti e svincolato dalla “fisicità” del luogo nel quale la
didattica si esercita. Come del resto altri strumenti possono essere utili, purché ne sia chiaro lo scopo.
Il Consiglio di classe resta competente nel ratificare le attività svolte e compiere un bilancio di verifica.
Occorre, peraltro, avere attenzione ad alcune specificità.
Per la scuola dell’infanzia è opportuno sviluppare attività, per quanto possibile e in raccordo con le
famiglie, costruite sul contatto “diretto” (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante
semplici messaggi vocali o video veicolati attraverso i docenti o i genitori rappresentanti di classe, ove non
siano possibili altre modalità più efficaci. L’obiettivo, in particolare per i più piccoli, è quello di privilegiare
la dimensione ludica e l’attenzione per la cura educativa precedentemente stabilite nelle sezioni. Per la
scuola primaria (ma vale anche per i successivi gradi di istruzione), a seconda dell‘età, occorre ricercare un
giusto equilibrio tra attività didattiche a distanza e momenti di pausa, in modo da evitare i rischi derivanti
da un'eccessiva permanenza davanti agli schermi. La proposta delle attività deve consentire agli alunni di
operare in autonomia, basandosi innanzitutto sulle proprie competenze e riducendo al massimo oneri o
incombenze a carico delle famiglie (impegnate spesso, a loro volta, nel “lavoro agile”) nello svolgimento
dei compiti assegnati. Non si tratta, comunque, di nulla di diverso di quanto moltissime maestre e maestri
stanno compiendo in queste giornate e stanno postando sul web, con esperienze e materiali che sono di
aiuto alla comunità educante e costituiscono un segnale di speranza per il Paese.
Per la scuola secondaria di primo e di secondo grado il raccordo tra le proposte didattiche dei diversi
docenti del Consiglio di Classe è necessario per evitare un peso eccessivo dell’impegno on line, magari
alternando la partecipazione in tempo reale in aule virtuali con la fruizione autonoma in differita di
contenuti per l’approfondimento e lo svolgimento di attività di studio.
In particolare negli istituti tecnici e professionali, caratterizzati da una didattica declinata tipicamente nella
duplice dimensione della teoria e della pratica laboratoriale, ove non sia possibile l’uso di laboratori digitali
per le simulazioni operative o altre formule, che pure diverse istituzioni scolastiche stanno promuovendo,
il docente progetta – in questa fase – unità di apprendimento che veicolano contenuti teorici propedeutici,
ossia da correlare in un secondo momento alle attività tecnico pratiche e laboratoriali di indirizzo.
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Alunni con disabilità
Per quanto riguarda gli alunni con disabilità, il punto di riferimento rimane il Piano educativo
individualizzato. La sospensione dell’attività didattica non deve interrompere, per quanto possibile, il
processo di inclusione.
Come indicazione di massima, si ritiene di dover suggerire ai docenti di sostegno di mantenere
l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari o, ove non sia possibile,
con la famiglia dell’alunno stesso, mettendo a punto materiale personalizzato da far fruire con modalità
specifiche di didattica a distanza concordate con la famiglia medesima, nonché di monitorare, attraverso
feedback periodici, lo stato di realizzazione del PEI.
Resta inteso che ciascun alunno con disabilità, nel sistema educativo di istruzione e formazione italiano, è
oggetto di cura educativa da parte di tutti i docenti e di tutta la comunità scolastica. E’ dunque richiesta
una particolare attenzione per garantire a ciascuno pari opportunità di accesso a ogni attività didattica.
Atteso che per gli alunni con disabilità cognitiva non si potrà che progettare interventi sulla base della
disamina congiunta (docente – famiglia) delle numerose variabili e specificità che ciascuna singola
situazione impone, si possono in questa fase considerare le specifiche esigenze di alunni e studenti con
disabilità sensoriali: non vedenti, ipovedenti, non udenti e ipoacusici.
E’ compito del Dirigente scolastico, d’intesa con le famiglie e per il tramite degli insegnanti di sostegno,
verificare che ciascun alunno o studente sia in possesso delle strumentalità necessarie. I Centri Territoriali
di Supporto (CTS), in collaborazione con la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e
l’orientamento scolastico, gestiscono l’assegnazione di ausili e sussidi didattici destinati ad alunni e
studenti con disabilità, ai sensi dell’art. 7, co.3 del D.Lgs. 63/2017. Oltre alle apparecchiature hardware,
possono essere acquistati e concessi in uso anche software didattici (per un elenco degli ausili e sussidi
disponibili, si veda l’allegato tecnico denominato “Classificazione dei sussidi didattici, delle attrezzature e
degli ausili tecnici per la didattica inclusiva” su https://ausilididattici.indire.it).
Alunni con DSA e con Bisogni educativi speciali non certificati
Occorre dedicare, nella progettazione e realizzazione delle attività a distanza, particolare attenzione alla
presenza in classe di alunni in possesso di diagnosi rilasciata ai sensi della Legge 170/2010, e ai rispettivi
piani didattici personalizzati. La strumentazione tecnologica, con cui questi studenti già hanno di solito
dimestichezza, rappresenta un elemento utile di facilitazione per la mediazione dei contenuti proposti.
Occorre rammentare la necessità, anche nella didattica a distanza, di prevedere l’utilizzo di strumenti
compensativi e dispensativi, i quali possono consistere, a puro titolo esemplificativo e non esaustivo,
nell’utilizzo di software di sintesi vocale che trasformino compiti di lettura in compiti di ascolto, libri o
vocabolari digitali, mappe concettuali. Si richiama integralmente, ad ogni buon conto, il Decreto
ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 e le relative Linee Guida.
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Per gli alunni con BES non certificati, che si trovino in difficoltà linguistica e/o socio economica, il
Dirigente scolastico, in caso di necessità da parte dello studente di strumentazione tecnologica, attiva le
procedure per assegnare, in comodato d’uso, eventuali devices presenti nella dotazione scolastica oppure, in
alternativa, richiede appositi sussidi didattici attraverso il canale di comunicazione attivato nel portale
ministeriale “Nuovo Coronavirus” alla URL https://www.istruzione.it/coronavirus/index.html
all’indirizzo supportoscuole@istruzione.it.
Resta necessario garantire il diritto all’istruzione anche agli alunni ricoverati presso le strutture ospedaliere
o in cura presso la propria abitazione. In considerazione della sospensione dell’attività didattica in
presenza su tutto il territorio nazionale, nonché dei progetti di istruzione domiciliare e del servizio di
scuola in ospedale, si segnala che, per tali alunni, l’attivazione delle procedure per effettuare didattica a
distanza risulta necessaria soprattutto al fine di mitigare lo stato di isolamento sociale connesso alla
specifica situazione. Per lo specifico della Scuola in ospedale il Dirigente scolastico si confronta con la
Direzione sanitaria per individuare i possibili interventi e le modalità organizzative per garantire agli
studenti ospedalizzati di fruire delle attività didattiche a distanza.
Per quanto riguarda la specificità delle istituzioni scolastiche con sezioni carcerarie, il dirigente scolastico
dovrà confrontarsi con il Direttore del carcere e con la figura incardinata del coordinamento didattico, per
individuare con quali forme e modalità poter continuare l’attività didattica, che rappresenta, in queste
situazioni, a maggior ragione un dovere istituzionale per la Repubblica.
La valutazione delle attività didattiche a distanza
La Nota 279/2020 ha già descritto il rapporto tra attività didattica a distanza e valutazione. Se è vero che
deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della
scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di
valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente,
ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione. Se l’alunno
non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si
trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica, qualsiasi sia la forma nella quale
è esercitata. Ma la valutazione ha sempre anche un ruolo di valorizzazione, di indicazione di procedere
con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in una ottica di personalizzazione che
responsabilizza gli allievi, a maggior ragione in una situazione come questa.
Si tratta di affermare il dovere alla valutazione da parte del docente, come competenza propria del profilo
professionale, e il diritto alla valutazione dello studente, come elemento indispensabile di verifica
dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune, all’interno dei
criteri stabiliti da ogni autonomia scolastica, ma assicurando la necessaria flessibilità.
Le forme, le metodologie e gli strumenti per procedere alla valutazione in itinere degli apprendimenti,
propedeutica alla valutazione finale, rientrano nella competenza di ciascun insegnante e hanno a
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riferimento i criteri approvati dal Collegio dei Docenti. La riflessione sul processo formativo compiuto nel
corso dell’attuale periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza sarà come di consueto condivisa
dall’intero Consiglio di Classe.
Siamo tutti consapevoli della sfida che il Paese tutto sta affrontando e che richiede a ciascuno sacrifici e responsabilità nei
comportamenti. La scuola è in prima linea perché ritiene che la cultura sia un fattore decisivo perché il nostro Paese sappia
affrontare, superare e vincere la battaglia in corso. Nessuno deve essere in sosta, in panchina, a bordo campo.
“Ibi semper est victoria, ubi concordia est”
(P. Siro)
Dipartimento per il sistema educativo
di istruzione e di formazione
IL CAPO DIPARTIMENTO
Dott. Marco BRUSCHI
Firmato digitalmente da
BRUSCHI MARCO
C=IT
O=MINISTERO ISTRUZIONE
UNIVERSITA' E RICERCA
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