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NOTTI INSONNI DI UN PRESIDE

 

Di Alessandro Artini - presidente ANP Toscana

 

Anche stanotte sono sveglio. Dalla terrazza vedo passare in strada tutti coloro che si avviano al lavoro, mentre i più ancora dormono. Ormai conosco gli orari del pasticciere, del panettiere e della giornalaia. Penso al mio lavoro a scuola, mentre stiamo organizzando l‘orario: credo che la logica sia chiara e l’ho comunicata da una decina di giorni alle famiglie.

Avevamo bisogno di spazi e li abbiamo chiesti, senza risposta; ancora non sappiamo nulla di certo circa un aumento degli organici, su cui non possiamo contare adesso, in fase di progettazione. Con l’ansia di non fare in tempo a organizzare il nuovo anno, abbiamo analizzato le due variabili inversamente proporzionali dello spazio (delle aule) e del tempo (di durata settimanale delle lezioni), fino a trovare quello che a noi pare essere il punto d’incontro ottimale, il trade off. L’algoritmo è il seguente: lezioni di 45 minuti (anziché 60) per 5 giorni alla settimana in presenza fisica, invece di 6. Per non ridurre il tempo di lezione complessivo, il sesto giorno avverrà con lezioni a distanza (o con l’alternanza scuola/lavoro, se possibile). Ogni giorno, dunque, sono presenti i 5/6 degli alunni, mentre 1/6 resta a casa: contribuiamo così a un minore utilizzo dei mezzi di trasporto e liberiamo anche, quotidianamente, un sesto degli spazi (aule) per distribuire meglio gli alunni presenti. Ce la dovremmo fare.

 

Certamente se avessimo saputo a Maggio o a Giugno quanti nuovi docenti e quante nuove aule ci sarebbero state assegnate, avremmo compiuto scelte diverse, forse migliori. Ma così non è stato…

Adesso c’è un’ultima novità: la lettera dell’assessore regionale, il quale ha constatato che i mezzi di trasporto, la cui portata di passeggeri è ridotta per il Covid19, sono insufficienti.  Occorre evitare le ore di punta in entrata e uscita da scuola. Forse avremmo potuto organizzare anche i doppi turni, se solo ce lo avesse detto qualche tempo fa. Non a Ferragosto.

 

Poi ci sono le graduatorie dei supplenti. Negli anni precedenti, il compito di redigerle era dell’Ufficio scolastico territoriale, adesso lo hanno delegato alle scuole. Mi chiedo se hanno chiara cognizione di ciò che le scuole stanno facendo per organizzare il rientro per il prossimo anno, mentre una parte del personale di segreteria è in ferie…

Hanno spiegato che le segreterie sicuramente non ce la faranno a controllare tutte le domande, che sono arrivate in numero superiore rispetto ad ogni aspettativa. Aspettativa di chi? Nel contesto di una imminente immissione in ruolo di massa, ovviamente l’attrattività dell’attività d’insegnamento cresce… Chiunque abbia una laurea, intravede una strada facilmente percorribile. Ci spiegano che la verifica delle domande avverrà “a campione” e poi ci sarà una “validazione massiva” ad opera dei dirigenti degli ex Provveditorati. Ma i “campioni” servono anche per redigere le graduatorie? Come si costruisce un campione? Una volta constatata, fra le domande che faranno parte del campione, la presenza di irregolarità, avverrà comunque la “validazione massiva”?

 

Poi il nuovo questionario ministeriale: il quarto. Tutto sommato va bene, perché almeno non sono in vista altri questionari dell’Ufficio scolastico regionale. C’è una forte sete di conoscenza, da parte dell’Amministrazione, mentre le scuole stanno lavorando.

 

Comunque la questione più inquietante è quella del metro di distanza, venuto meno quando le persone indossano le mascherine. I presidi, armati di metro, hanno trascorso buona parte dell’estate misurando le aule e facendo calcoli per stabilire la capienza di alunni. Il metro sembrava essere una regola di sicurezza granitica…

Beh, adesso constatiamo con Eraclito che “tutto cambia” e che il mutamento è il principio basilare della realtà.

 

Così, mentre in Italia aumenta il numero dei contagiati, io ripenso a quello straordinario racconto di Borges, Funes el memorioso, che è metafora dell’insonnia. E non dormo.

 

 

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