Intervista ad Antonello Giannelli - di Marco Biscella
Consegna dei banchi a rilento, aule da reperire, carenza di organici, carenza di mascherine. Per l’Anp questi nodi mettono a rischio l’apertura in molte
Scuole
“Una scuola su quattro potrebbe anche non aprire il 14 settembre, chiedendo di differire l’avvio delle lezioni”. A compromettere il regolare inizio in sicurezza è soprattutto la carenza di banchi monoposto, uno dei tre nodi gordiani – oltre alle aule supplementari e alle carenze di organico
– ancora da sciogliere in vista del primo giorno di scuola, così come indicati dall’Associazione nazionale presidi. “Da parte dei dirigenti scolastici
c’è grande impegno e grande volontà di far ripartire le scuole – spiega Antonello Giannelli, presidente di Anp -, ma queste difficoltà si fanno sentire,
soprattutto al Centro-Sud”. E pur riconoscendo i meriti e gli sforzi del governo, che ha messo a disposizione della scuola in pochi mesi 7 miliardi di
euro, “somma mai vista”, Giannelli critica i tempi: “Ci si è mossi in ritardo”. E anche sugli 11 milioni di mascherine consegnate ogni giorno alle scuole,
come promesso dal premier Conte, le perplessità non mancano, visto che “al Miur non conoscono il calendario delle consegne” e molte scuole hanno segnalato
la distribuzione di stock non adeguati alle necessità.
D. - Banchi, aule, organici: che cosa vi preoccupa di più?
R. - Ci preoccupa l’insieme di queste tre criticità. Basta un esempio per capirlo. Se devo mettere degli alunni in una classe facendo in modo che siano distanziati,
servono due fattori: una classe spaziosa e i banchi monoposto. Se ho un’aula spaziosa ma banchi a due posti, è evidente che la distanza tra alunni si dimezza;
al contrario, se ho i banchi monoposto ma l’aula piccola, è impossibile garantire a tutti il distanziamento. Quindi servono entrambi i fattori.
D. - Ma mancano più aule adeguate o più banchi monoposto?
R. - In base alle stime, la carenza di gran lunga più preoccupante è quella dei banchi: secondo cifre non ufficiali che stanno circolando, sembra ne siano stati
consegnati 100mila su 2,4 milioni. Sono la “merce” più pregiata. Siccome ci era stato detto che entro il 9 settembre sarebbe stato consegnato un terzo del totale, circa 800mila, c’è una bella differenza.
D. - Il premier Conte e il commissario Arcuri hanno ribadito che entro ottobre la consegna verrà ultimata. Nel frattempo?
R. - Questo significa che là dove non ci sono i banchi, il distanziamento non si può mantenere.
D. - In questo caso potrebbero essere svolte lezioni a orario ridotto?
R. - L’orario ridotto non c’entra con la questione dei banchi, ma con la carenza di organico. E’ normale, succede tutti gli anni, che al primo giorno di lezione
non ci siano, per varie ragioni, tutti i docenti in cattedra. Senza l’intero corpo docente, non è possibile garantire l’orario pieno. E probabilmente sarà
così per un po’ di settimane.
D. - Si può quantificare la quota di scuole che – per carenza di banchi o di spazi adeguati – rischiano di non aprire il 14 settembre per la prima campanella?
R. - E’ difficile dare un numero. Però, stimando che i 2,4 milioni di nuovi banchi rappresentano poco meno di un terzo di tutti gli studenti che frequentano
le scuole statali, a mano a mano che vengono consegnati la quota di un terzo si riduce. Mi sento allora di dire che siamo in una forchetta tra una su cinque
e una su quattro. Chiaro, poi, che la situazione andrà progressivamente migliorando.
D. - E le nuove aule mancanti?
R. - Le possiamo stimare sotto il 5%.
D. - E’ stato fatto tutto quello che si poteva e doveva fare per garantire un inizio d’anno scolastico in sicurezza?
R. - Nel sistema scuola sono state immesse sicuramente molte risorse. Il premier Conte e la ministra Azzolina le hanno quantificate in 7 miliardi in pochi mesi,
una somma che non si vedeva da tanto tempo, e questo va riconosciuto al governo. La criticità sta nella tempistica. Sarebbe stato necessario assumere queste
decisioni prima.
D. - Ci può citare un esempio concreto?
R. - Il decreto Agosto, che stanzia dei fondi per prendere in affitto nuove aule là dove gli enti locali non ne dispongano, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il 14 agosto. Un po’ tardi se si vuole partire il 14 settembre… Non accade in Italia, se non in situazioni del tutto eccezionali, che una norma entri in
funzione dopo un mese dal suo varo. Non contesto al governo di non essersi impegnato sulla scuola, credo però che abbia fatto una scelta, decidendo di
occuparsi prima di altre emergenze.
D. - Conte e la Azzolina, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo anno scolastico, hanno tranquillizzato le famiglie che l’apertura della scuola avverrà
in tutta sicurezza. La convincono le parole del premier e della ministra?
R. - Una premessa: come Anp non abbiamo voluto lanciare nessun allarme, perché non siamo allarmisti, ci teniamo solo a far funzionare bene le cose, segnalando
per tempo quello che non va, affinché venga risolto per tempo. Detto questo, non dubito che la scuola possa partire in sicurezza, del resto stiamo lavorando
da mesi per questo obiettivo e posso garantire che per i dirigenti scolastici sono stati i mesi più duri da sempre.
D. - Il punto allora dove sta?
R. - Se un preside non ha le risorse, come tutti i manager, non può garantire un risultato. Non può fare miracoli, e oggi le risorse sono i banchi, gli spazi
e gli organici. Se difettano, è chiaro che qualcosa nell’output finale viene pregiudicato. Ecco perché abbiamo ventilato l’ipotesi che, comune per comune,
si possa adottare un’apertura differita, limitata nel tempo e ben circoscritta. per le scuole più in difficoltà. Ma ci tengo a dire una cosa.
D. - Prego.
R. - Il mondo scolastico è molto disomogeneo: abbiamo scuole che erano pronte a partire già a maggio, e non esagero, così come ci sono scuole ancora oggi in
condizioni di sofferenza, soprattutto al Centro-Sud.
D. - In questi casi?
R. - Ripeto: va contemplata la possibilità che un sindaco, valutate le singole situazioni, possa decidere di posticipare l’apertura di questa o di quella di dieci giorni, fino al 24 settembre, cioè dopo gli appuntamenti elettorali. E dieci giorni possono fare la differenza, sempre che i banchi vengano consegnati.
D. - Nutre qualche dubbio?
R. - Sì, perché sarebbe interessante conoscere qual è il programma di distribuzione dei banchi. Lo stiamo chiedendo da un mese, ma neanche al ministero lo sanno.
D. - Conte ha garantito che verranno distribuite ogni giorno 11 milioni di mascherine. Un’operazione logistica complessa. Come funzionerà?
R. - La consegna può anche non essere quotidiana, possono essere distribuiti stock che coprono una settimana. Al momento ci sono però molte scuole a cui sono
state consegnate poche migliaia di mascherine, una scorta che può essere esaurita in due-tre giorni.
D. - Il 14 settembre è vicinissimo. Rispetto ai problemi che ha sollevato l’Anp, che cosa bisognerebbe fare con la massima urgenza?
R. - Sicuramente bisogna velocizzare e rafforzare la consegna di banchi e mascherine, che garantiscono distanziamento e contenimento dei possibili contagi.
D. - Con quale spirito i presidi e i dirigenti scolastici si preparano al primo giorno di scuola?
R. - C’è grande impegno e grande volontà di far ripartire le scuole, ma queste difficoltà si fanno sentire, anche se non ovunque.
(da www.ilsussidiario.net – 11 settembre 2020)