di Vittorio Barsotti
L’ANP lucchese è pressoché nata con quella nazionale. L’allora direttore Tampucci la introdusse alla fine degli anni ’80 durante una delle tante assemblee di presidi che l’allora provveditore Rizzuti faceva all’inizio di ogni anno scolastico ed in altre salienti occasioni di incontro.
Da allora d’acqua sotto i ponti ne è passata: la categoria si è trasformata ed oggi ormai è abbastanza consueto per tutti parlare di dirigenza scolastica.
Certo ci sono stati anni di forte entusiasmo tra i colleghi (iscritti e non), specie quando finalmente si ottenne di sganciarci dalla mega contrattazione del contratto scuola per avere tutta per noi un’area riservata e separata.
Oggi che quest’obbiettivo è stato colto e siamo ormai al secondo contratto dell’area – specifica - della dirigenza scolastica, appare per tutti “normale” essere nella dirigenza statale: eppure solo ieri qualcuno, anche a Lucca, ci dava del matto solo a sentirne parlare.
Per questo, al di là di qualsiasi polemica, il senso di appartenenza associativa prodotto dall’ANP si è rilevato - ed ancora oggi trova una sua corretta collocazione – originale ed unico nel panorama abbastanza piatto del pubblico impiego.
La rivendicazione di un ruolo decisivo e, per alcuni versi, anche sovvertitore, all’interno del sistema scuola italiano, non è retorica ma onesto riconoscimento verso colleghi che, come il primo presidente nazionale dell’Anp, Sandro Aldisio (con tanto di tessera CGIL in tasca) seppero guardare avanti e innovare non solo le loro scuole con sperimentazioni didattiche ed organizzative , ma posero serie ipoteche culturali sul futuro della scuola pubblica e statale del nostro Paese (come la questione dell’autonomia delle scuole).
Su questi binari si è mossa l’attività dell’Anp lucchese: colleghi come Ciri, Belli, Di Grazia, per citarne qualcuno, fino alla presidenza della collega Birindelli, hanno sempre saputo interpretare anche sul nostro territorio le nuove istanze che la categoria organizzata nella nostra associazione a livello nazionale, portava avanti (come l’Associazione delle scuole autonome –ASAT).
Guardare oltre senza mai accontentarsi. E' questo lo stimolo forte che ha sempre pervaso i nostri quadri di riferimento nazionale e locale.
Anche a Lucca l’Anp non vuole rinunciare al suo ruolo propositivo né alla sua natura storica
- l'Anp, anche localmente - è e vuole rimanere associazione professionale, e come tale sede di confronto culturale e di formazione permanente dei propri iscritti e di tutta la categoria. Queste funzioni richiedono la disponibilità e la giusta apertura al confronto, al dialogo e al lavoro comune con tutti : anche con altre sigle sindacali che intendano rispettare, nella sua reale entità, la categoria che rappresentiamo.
L'Anp è e vuole rimanere sindacato: come tale, è legittimo, dopo la firma dei due contratti di categoria, che disponga di strutture corrispondenti a quelle della controparte negoziale, cioè l'Amministrazione.
E' quindi necessario collaborare ed incoraggiare, in questa loro azione sindacale, gli organismi provinciali e regionali affinchè siano anche soggetti dotati di una legittimazione diretta rispetto alla base, tali da rappresentarne in pieno, gli interessi ai tavoli contrattuali, come quello regionale, così importante per le contrattazioni integrative.
L’Anp lucchese si riconosce nella associazione di livello nazionale quanto essa riconferma la propria tradizionale indipendenza da ogni schieramento politico, la propria esclusiva fedeltà alla tutela della qualità del servizio scolastico attraverso l'autonomia, la propria vocazione a promuovere e sviluppare il livello di dignità e qualità professionale dei dirigenti.
In ragione dei suoi fini e per meglio adempierli, e' stato deciso che l’Associazione faccia parte di una confederazione di dirigenti, la CIDA.E’ con loro che l’anp vuol operare nel futuro per il riscatto della scuola pubblica italiana. Una scuola che sia veramente integrata e riconosciuta in Europa come nel resto del mondo.
Tale scelta appare la più coerente con la propria natura associativa. Saper cogliere l'emergere di professionalità elevate nell'ambito della scuola significa dar senso alla scuola dell'autonomia.
Tale scuola è, sì, guidata dal dirigente: ma è anche quella in cui, per obiettive necessità esistono e si vanno sviluppando figure intermedie di docenti, designati dal dirigente o portatori di un mandato da parte dei colleghi, il cui compito si colloca operativamente nel guado della didattica e della metadidattica, fra le funzioni di linea e quelle di staff.
E fra questi colleghi si trovano anche coloro che accederanno in futuro alla dirigenza formale degli istituti. Non accorgersi che siamo in presenza di un'esigenza di evoluzione strutturale non dettata dai soliti vincoli tradizionali, già manifesti ed operanti come tali, farebbe torto all’essenza della nostra associazione da sempre vocata ad interpretare il cambiamento in anticipo rispetto ad altri, cogliendo la realtà di un ormai management diffuso che se è una realtà già consolidata in ambiti aziendali economici, ormai si va affermando rapidamente anche nelle pubbliche amministrazioni: soprattutto per la loro aumentata complessità nell’erogare dei servizi.
Infine l’ANP si propone per una necessaria cultura della valutazione - da sempre presente in altri pubblici ambiti – che dovrà, inesorabilmente, (lo sanno bene anche i maggiori sindacati della scuola) svilupparsi anche nella scuola, come premessa e complemento indispensabile dell' autonomia.
Se una scuola etera-diretta può infatti limitarsi all'adempimento passivo di compiti e procedure, una scuola autonoma può essere tale solo se sceglie di valutarsi ed essere valutata.
La libertà di insegnamento, argomento tradizionalmente impiegato per rimuovere il problema, è cosa troppo seria ed importante per poter essere utilizzata come schermo strumentale per evitare di confrontarsi con le carenze di professionalità o di deontologia di coloro che hanno la responsabilità di insegnare.
L’autonomia comporta, oltre alla sacrosanta libertà di scelta dei mezzi educativi e delle tecnologie didattiche, anche la sostanziale responsabilità in ordine ai contenuti ed alle finalità proprie dei contratti formativi istituti con l’utenza (POF).
Non esistono professionisti, al di fuori del mondo delle arti, che siano committenti di se stessi.
La committenza viene legittimamente anche dall'esterno, attraverso una sintesi di scelte operate in sede nazionale e locale: ai professionisti della scuola spetta interpretarla e tradurla in atti di insegnamento, non rifiutarla in nome di una totale, indiscriminata autoreferenzialità.
La scommessa sta nel vincere il riconoscere delle differenze: ciò non vuol dire negare le affinità: e, soprattutto, non può avere per effetto la rimozione di una serie di esigenze sostanziali, che costituiscono pure dei valori comuni.
Se la scuola vuol riappropriarsi della stima sociale persa e se i suoi operatori principali (i docenti) vogliono uscire dal dorato isolamento che genera loro solo frustrazioni ed amarezze, è giusto che l’ANP contribuisca con efficacia affinché siano esaltati coloro che sono pronti a mettersi in gioco assumendosi responsabilità e ruoli. Oggi essi sono solo un’avanguardia, ma sappiano che non sono soli: l’ANP, istituendo l’associazione delle alte professionalità della scuola, è parte di loro.
L’ANP lucchese condivide gli sforzi e le azioni politiche perché si ridisegni un nuovo assetto giuridico della funzione e del ruolo dell’insegnante che ha diritto a serie prospettive di avanzamento e di carriera. I docenti siano dignitosamente allineati ai colleghi europei e vengano gratificati sulla base del merito e delle competenze che ciascuno di loro già offre per fare della nostra scuola un sistema formativo avanzato così come necessita urgentemente in Italia.
Lucca, 27 maggio 2006
Vittorio Barsotti - presidente Anp provinciale Lucca